I miracoli di Gesù

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Guarigione collettiva a Ippo (453.7)

Egli alza la mano imponendo il silenzio. Lo ottiene a fatica. Dice:
"Io resto con questi." E indica i poveri che, stretti in un mucchio ai margini della folla, lo guardano con l'occhio di chi, sempre schernito si sente amato. E ripete: "Io resto con questi per consolarli e spartire con loro il pane. Per dar loro un anticipo della letizia del Regno dove il Re sarà seduto tra i sudditi allo stesso banchetto d'amore. E intanto, poichè la loro fede è scritta sui loro volti e nei loro cuori, Io dico loro: "Vi sia fatto ciò che nel vostro cuore chiedete, e l'anima e corpo giubilino nella prima salute che vi dà il Salvatore."
I poveri saranno almeno un centinaio. Di questi almeno due terzi sciupati nelle membra, o ciechi, o malati visibilmente; l'altro terzo è di bimbi che mendicano per le madri vedove o per i nonni.... Ebbene: è prodigioso vedere che le braccia storpiate, le anche sciancate, le schiene rattrappite, gli occhi spenti, le estenuazioni che si trascinano, tutta la flora dolorosa delle malattie e delle sventure, contratte per sciagure di lavoro o per eccesso di fatiche e di stenti, si restaurano, cessano di essere, e questi infelici tornano a vivere, a sentirsi capaci di bastare a loro stessi. Il gridio empie e rimbomba nella vasta piazza.